Come funziona il GMAT?

Il GMAT è un test a risposta multipla, che si deve completare al computer presso appositi centri. In Italia ce ne sono quattro: due a Roma e due a Milano. 

Le risposte si inseriscono con il mouse. Non si possono usare calcolatrici, ma si può portare carta e penna. C'è uno stretto controllo dell'identità. Dal 2012 saranno introdotti anche controlli biometrici.


Il test dura circa quattro ore.

Il test è costituito da tre parti:

• La sezione di "Analytical Writing"
• Le sezione "Quantitativa"
• La sezione "Verbale"

Il punteggio massimo che potete ottenere è 800, calcolato in base alle valutazioni parziali nelle sezioni quantitativa e verbale (che adottano una diversa scala). La media dei punteggi di tutti i test effettuati nei tre anni fino al marzo 2011 è stata di 540. Le migliori business school hanno una media di 700.

Importante: la parte "analytical writing" non viene considerata nel punteggio totale (quello degli 800), ma forma un altra valutazione (AWA) che dovrebbe descrivere le capacità di espressione. Chi non è madrelingua inglese viene valutato con maggior clemenza dai selezionatori delle business school!

S'inizia con l' "Analytical writing", in cui dovete scrivere due temi, impiegando al massimo mezz'ora per ognuno. La valutazione va da 0 a 6, e la media ultimamente è 4,4.

A seguire, per la parte quantitativa dovrete rispondere a 37 domande in 75 minuti, senza usare la calcolatrice. Si tratta di domande a risposta multipla in cui risolvere problemi di aritmetica, algebra e geometria. Il punteggio massimo è 60, e la media è 36.

Infine, per la parte verbale dovrete rispondere a 41 domande in 75 minuti. Ci sono passaggi da leggere e frasi da completare. Il punteggio massimo è 60, e la media è 27,9.

Al termine del test, riceverete direttamente il punteggio degli 800, formato con le valutazioni delle due sezioni quantitativa e verbale, e potrete richiedere di inviare il punteggio a cinque business school di vostra preferenza - anche se non avete ancora inoltrato la candidatura.

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